Soffri di osteoporosi grave? Ecco quando hai diritto all’invalidità e alle agevolazioni

L’osteoporosi grave rappresenta una patologia cronica e degenerativa che può incidere significativamente sulla qualità della vita e sulle capacità funzionali dell’individuo. Chi ne soffre, soprattutto nelle forme più avanzate, può trovarsi ad affrontare notevoli difficoltà nello svolgere le normali attività quotidiane o nel mantenere una capacità lavorativa sufficiente. In questi casi, è fondamentale conoscere quali sono i diritti all’invalidità civile e le agevolazioni collegate a tale riconoscimento.

Invalidità civile per osteoporosi: criteri e procedura

La prima condizione indispensabile per accedere all’invalidità civile in presenza di osteoporosi avanzata è la dimostrazione dell’impatto negativo della malattia sulla vita quotidiana e/o sulla capacità di lavoro. Non è sufficiente ricevere una diagnosi: occorre che la malattia comporti una compromissione concreta e permanente delle funzioni essenziali. Per i cittadini in età lavorativa (tra 18 anni e 67 anni e 7 mesi), la soglia minima per il riconoscimento dell’invalidità è una riduzione permanente della capacità lavorativa superiore a un terzo, ossia oltre il 34%.

La procedura per richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile in caso di osteoporosi prevede i seguenti passaggi:

  • Recarsi dal proprio medico di famiglia per la compilazione online del certificato medico introduttivo, che deve attestare la presenza e la gravità della patologia.
  • Trasmissione telematica del certificato tramite l’INPS, direttamente o tramite apposito patronato o associazione di categoria.
  • Convocazione a visita presso la Commissione medica dell’ASL, integrata con un medico dell’INPS, che deciderà la percentuale di invalidità riconosciuta.

Il giudizio della commissione si basa anche sulla gravità delle fratture, sulla presenza di deformità vertebrali multiple e sulle limitazioni funzionali (osteoporosi, frattura osteoporotica). Chi presenta deficit motori gravi, difficoltà nella deambulazione o nell’autonomia personale può ricevere percentuali più elevate.

Percentuali di invalidità per osteoporosi: quando scattano i benefici

La percentuale di invalidità riconosciuta varia in base alla gravità del quadro clinico. In linea generale, nelle forme iniziali o lievi, la percentuale di invalidità può essere bassa (5-30%), senza diritto ad agevolazioni particolari. Quando l’osteoporosi raggiunge uno stadio severo, con fratture patologiche multiple o gravi compromissioni dell’autonomia, la commissione può riconoscere percentuali ben superiori. Di seguito alcuni parametri di riferimento:

  • Dal 34%: diritto ad ausili e protesi relative alla malattia (es. deambulatori, ortesi specifiche).
  • Dal 46%: accesso agli elenchi provinciali del lavoro e al collocamento mirato.
  • Dal 51%: congedo straordinario fino a 30 giorni all’anno per cure, se prescritto dal medico curante.
  • Dal 67%: esenzione dal ticket sanitario per esami e prestazioni specialistiche collegate all’osteoporosi; agevolazioni per graduatorie di case popolari e canone telefonico ridotto in base al reddito.
  • Dal 74%: diritto all’assegno mensile di assistenza, se rispettati i limiti di reddito previsti dalla legge.
  • Dal 75%: riconoscimento di contributi figurativi ai fini pensionistici (2 mesi di contributi per ogni anno successivo al riconoscimento dell’invalidità).
  • 100%: pensione di inabilità e assegno di accompagnamento se il paziente non è più in grado di deambulare autonomamente né di compiere gli atti fondamentali della vita quotidiana.

L’attribuzione della pensione di inabilità totale e dell’assegno di accompagnamento avviene solo nei casi di compromissione totale e permanente dell’autonomia (non autosufficienza). In casi meno severi, il riconoscimento di percentuali intermedie permette comunque di accedere a importanti agevolazioni e prestazioni assistenziali.

Altre agevolazioni: pensione anticipata e benefici fiscali

Chi soffre di osteoporosi grave e raggiunge determinate percentuali di invalidità può accedere a benefici previdenziali aggiuntivi. Se la compromissione della capacità lavorativa è pari o superiore all’80%, si può richiedere la pensione di vecchiaia anticipata, con possibilità di uscita fino a 6 anni prima per gli uomini e 11 anni prima per le donne rispetto all’età pensionabile ordinaria. Tuttavia, per ottenere questo vantaggio non basta il mero riconoscimento dell’invalidità: la commissione dovrà valutare l’effettiva incidenza della patologia sulle mansioni svolte nel proprio lavoro.

In aggiunta, esistono misure come l’Ape Sociale e la Quota 41 che favoriscono il pensionamento anticipato:

  • Con invalidità pari almeno al 74% e 30 anni di contributi, è possibile usufruire dell’Ape Sociale a partire dai 63 anni e 5 mesi.
  • Con 74% di invalidità e almeno 41 anni di contributi effettivi, si può accedere alla Quota 41, ossia alla pensione a prescindere dall’età anagrafica, purché si abbia iniziato a lavorare prima dei 19 anni.

Anche in assenza di requisiti pensionistici, il possesso di una certa percentuale di invalidità attribuisce il diritto ad abbattimenti fiscali, esenzioni su accise e bollo auto, e – in determinati casi – agevolazioni per l’acquisto di ausili e dispositivi medici.

I diritti riconosciuti dalla Legge 104/92 e l’invalidità civile

La Legge 104/92 sancisce una serie di tutele aggiuntive in favore delle persone affette da disabilità grave, con particolare attenzione al danno funzionale permanente causato da malattie croniche come l’osteoporosi. L’accesso ai benefici previsti (permessi lavorativi retribuiti per sé o per i familiari, flessibilità sugli orari, priorità nei trasferimenti e nella scelta della sede di lavoro) dipende dalla certificazione dello stato di handicap in situazione di gravità rilasciata dopo visita e valutazione multidisciplinare.

Benefici principali derivanti dalla Legge 104 e dall’invalidità civile:

  • Permessi retribuiti per lavoratori disabili o caregiver;
  • Priorità nell’assegnazione delle graduatorie per l’accesso a servizi e strutture sociali;
  • Possibilità di installazione di ausili per l’autonomia personale e la mobilità;
  • Diritto a partecipare a piani personalizzati di assistenza o riabilitazione;
  • Esenzione dal ticket sanitario specifica per patologia;
  • Agevolazioni nell’acquisto di veicoli adattati, con riduzione di IVA e imposte;
  • Detrazioni fiscali relative alle spese di assistenza personale e di riqualificazione degli ambienti domestici.

L’ampia tutela offerta dal sistema di riconoscimento dell’invalidità civile in Italia riflette l’importanza di garantire alle persone con osteoporosi grave la possibilità di mantenere una vita dignitosa, riducendo il peso sociale ed economico della malattia. Per ottenere il massimo dalle agevolazioni previste dalla normativa vigente, è indispensabile documentare con precisione la propria condizione sanitaria e seguire con attenzione ogni fase della procedura di riconoscimento, facendosi eventualmente assistere da patronati e associazioni specializzate.

In conclusione, chi soffre di questa patologia ha diritto a tutele concrete solo se la gravità clinica comporta una perdita reale dell’autonomia o della capacità lavorativa. Aggiornare regolarmente la documentazione medica e conoscere quali sono le percentuali e i benefici associati rappresenta un passo fondamentale per far valere i propri diritti.

Lascia un commento