Hai sempre sbagliato a buttare il tessuto non tessuto: ecco dove si getta

Il tessuto non tessuto (spesso abbreviato in TNT) è un materiale ampiamente utilizzato in moltissimi contesti domestici e professionali per la sua versatilità, il basso costo e la facilità di reperibilità. Lo si ritrova in prodotti come mascherine, abbigliamento usa e getta, tovaglie, panni per le pulizie, sacchetti, coperture per mobili e addirittura nell’ambito del giardinaggio per teli pacciamanti. Tuttavia, nonostante la diffusione di questi articoli nella vita quotidiana, ancora oggi vi è molta confusione su dove buttare correttamente il tessuto non tessuto una volta che diventa un rifiuto. Una gestione scorretta di questi materiali rischia di incrementare sensibilmente l’impatto ambientale e di vanificare gli sforzi della raccolta differenziata.

Che cos’è il tessuto non tessuto e dove si incontra

Il tessuto non tessuto è un materiale costituito da fibre legate tra loro meccanicamente, termicamente o chimicamente, a differenza dei tessuti tradizionali che sono ottenuti dall’intreccio di filati. La sua struttura flessibile, robusta e al tempo stesso leggera, lo rende ideale per molte applicazioni nei settori della cura personale, della medicina, della moda, dell’automotive e, come già accennato, nel giardinaggio. Ad esempio, le mascherine monouso chirurgiche sono generalmente realizzate in TNT così come molte coperture per la protezione delle piante.

Da un punto di vista della raccolta e dello smaltimento, è importante distinguere tra il TNT per uso domestico leggero (tovaglie, salviette) e quello utilizzato in contesti industriali o agricoli, poiché le quantità e lo stato di contaminazione possono richiedere processi diversi.

Normativa e obblighi in Italia: la raccolta differenziata dei tessili

Nel panorama italiano, le regole per la corretta gestione dei rifiuti tessili sono cambiate significativamente negli ultimi anni. Dal 1 gennaio 2022 è entrato in vigore l’obbligo della raccolta differenziata per i rifiuti tessili, in conformità al Decreto Legislativo n. 116/2020. Questo significa che, almeno formalmente, ogni Comune dovrebbe prevedere un sistema specifico per la raccolta dei tessili, anticipando di alcuni anni la normativa europea che fissa come limite il 2025 per l’obbligatorietà della raccolta separata di questi materiali. Tale rivoluzione normativa mira a ridurre notevolmente l’impatto ambientale generato dal settore tessile, favorendo il riuso e il riciclaggio e scoraggiando lo smaltimento in discarica o inceneritore.

Tuttavia, la reale applicazione di questa normativa può variare tra un Comune e l’altro, soprattutto per quanto riguarda materiale come il tessuto non tessuto che, a differenza di pura stoffa o abbigliamento, solleva ancora alcuni dubbi interpretativi sul suo corretto conferimento.

Dove si getta il tessuto non tessuto nel concreto?

Il conferimento del tessuto non tessuto varia a seconda del tipo di utilizzo e delle specifiche indicazioni fornite dalle amministrazioni locali:

  • Se il prodotto è pulito e in buono stato, potrebbe essere smaltito nei contenitori per il riciclo dei tessili presenti nel proprio Comune, soprattutto se si tratta di capi di abbigliamento, accessori o scampoli di stoffa. In ogni caso, è sempre consigliabile consultare il regolamento locale.
  • La maggior parte degli oggetti in TNT a uso domestico, come tovaglie monouso, mascherine, panni cattura-polvere e salviette, non essendo riciclabili e spesso contaminati da sporco o residui alimentari, devono essere gettati nel secco residuo/indifferenziato. La stessa destinazione si applica alle tovaglie usa e getta in tessuto non tessuto, frequentemente utilizzate nelle feste e nella ristorazione.
  • Per quanto riguarda il tessuto non tessuto utilizzato in giardinaggio (teli pacciamanti), molto dipende dalle condizioni del materiale e dalle pratiche locali. Se il telo è completamente deteriorato e non più riutilizzabile, va separato dagli scarti vegetali e solitamente smaltito nell’indifferenziato o portato presso l’isola ecologica, in particolare se è presente una contaminazione da terra, fertilizzanti o pesticidi. Invece, gli scarti vegetali veri e propri vanno nel contenitore per l’organico o nei centri raccolta per rifiuti verdi.
  • In assenza di cassonetti specifici per il tessuto non tessuto, si può conferire presso le isole ecologiche comunali dove sono accettati rifiuti ingombranti, tessili e altri materiali non gestibili attraverso la raccolta stradale.

In definitiva, se non si è certi delle modalità, la soluzione più sicura è l’indifferenziato, ma questa opzione dovrebbe essere scelta come ultima risorsa, poiché non garantisce alcun processo di recupero o valorizzazione del materiale.

Perché è importante smaltire correttamente il tessuto non tessuto?

Abbandonare il tessuto non tessuto nei bidoni sbagliati non è solo un errore di distrazione, ma ha importanti conseguenze ambientali. Il materiale, se finisce in discarica o viene incenerito, contribuisce all’emissione di gas serra e inquinanti atmosferici a causa della sua composizione prevalentemente plastica, spesso costituita da polipropilene o poliestere. Inoltre, data la sua struttura porosa e fibrosa, può facilmente sbriciolarsi e contribuire alla produzione di microplastiche, che rappresentano un rischio crescente per gli ecosistemi acquatici e per la catena alimentare globale.

Una raccolta mirata e l’adozione di processi di riciclaggio sarebbero fondamentali per minimizzare questi impatti e promuovere la creazione di nuovi prodotti a partire da materiali riciclati. Ad esempio, alcune aziende già sperimentano la trasformazione di TNT selezionato in nuovi filati o materiali per l’edilizia.

Alcuni consigli pratici per la gestione domestica del TNT

  • Verificare sempre le indicazioni del Comune prima di gettare grandi quantità di tessuto non tessuto.
  • Evita il conferimento insieme ai rifiuti umidi o organici, anche se il TNT è stato usato in cucina.
  • Non depositare nel contenitore della plastica, poiché il TNT non è considerato un imballaggio e la filiera della plastica non può riciclarlo efficacemente.
  • Usa le isole ecologiche quando possibile, soprattutto per grandi quantità o materiali da giardinaggio.

In attesa di una maggiore uniformità nelle pratiche di riciclo e nella comunicazione tra enti di gestione rifiuti, è fondamentale prestare attenzione alle istruzioni comunali e fare scelte consapevoli che riducano al minimo l’impatto ambientale dei nostri gesti quotidiani.

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