Il filo interdentale viene spesso sottovalutato o utilizzato nel modo sbagliato, compromettendone efficacia e persino causando fastidi gengivali. Per ottenere davvero una pulizia profonda e prevenire problemi dentali, è necessario conoscere il momento giusto per utilizzarlo e soprattutto la tecnica corretta.
Perché è fondamentale il filo interdentale?
Sebbene lo spazzolino sia indispensabile per l’igiene orale quotidiana, da solo non basta a rimuovere la placca e i residui di cibo che si accumulano negli spazi tra i denti. Il filo interdentale raggiunge quei punti invisibili allo spazzolino, favorendo la prevenzione di carie, gengiviti e parodontiti, che spesso iniziano proprio nelle zone interdentali. Gli esperti delle principali associazioni odontoiatriche raccomandano di dedicare attenzione particolare alla pulizia tra i denti per ridurre accumuli batterici e infiammazioni gengivali, fattori che incidono anche sulla salute generale dell’organismo.
Quando usare il filo interdentale per ottenere effetti reali
Il momento ideale per l’uso del filo interdentale è la sera, prima di andare a dormire. Durante il giorno, tra cibo e bevande, si accumulano molti residui e batteri, che possono proliferare durante le ore notturne quando la salivazione diminuisce. Usarlo prima dello spazzolino permette di eliminare i frammenti tra i denti che altrimenti lo spazzolino potrebbe trascurare, aumentando l’efficacia di entrambi gli strumenti. Alcuni professionisti suggeriscono l’uso del filo interdentale anche dopo ogni pasto, ma la pratica quotidiana serale è considerata sufficiente per la maggior parte delle persone.
Un errore molto comune consiste nel passare il filo velocemente e con poca cura oppure nel farlo solo occasionalmente: così la pulizia risulta inefficace e si rischia di mantenere una flora batterica dannosa tra i denti.
La tecnica corretta: pulizia che funziona
Per una reale efficacia, è fondamentale seguire passaggi ben precisi:
- Lunghezza del filo: Tagliare una porzione tra i 30 e i 50 cm. Una maggiore lunghezza consente di usare sempre una parte pulita per ogni spazio, evitando di trasferire batteri o residui da un dente all’altro.
- Avvolgimento: Avvolgere il filo attorno al dito medio di ciascuna mano, in modo da lasciare liberi gli indici per controllare il movimento. Per la dentatura superiore si usano i pollici e per quella inferiore gli indici, così da tendere il filo e permetterne lo scorrimento nei punti desiderati.
- Posizionamento: Tendere circa 1–1,5 cm di filo tra le dita. Scorrere delicatamente il filo nello spazio interdentale, evitando movimenti bruschi che possano lesionare la gengiva.
- Pulizia a “C”: Una volta superata la strettoia fra i denti, il filo deve abbracciare la superficie del dente formando una “C”. Farlo scorrere con movimenti delicati lungo la superficie del dente, dalla gengiva verso l’alto (o verso il basso per l’arcata superiore), così da rimuovere efficacemente la placca.
- Cambiare sempre segmento: Dopo aver pulito uno spazio, cambiare porzione di filo per il successivo, proprio per evitare il trasferimento di batteri.
- Risciacquo finale: Al termine della pulizia interdentale, è consigliato sciacquare la bocca con acqua per eliminare tutti i residui rimossi.
Evita di forzare il filo o di attraversare lo spazio tra i denti in diagonale; queste cattive abitudini possono danneggiare la papilla interdentale e provocare infiammazioni gengivali.
Filo interdentale e strumenti alternativi: quando scegliere altro?
Non sempre il filo tradizionale è la scelta ottimale: spazi interdentali particolarmente ampi, denti mal posizionati o la presenza di apparecchi ortodontici rendono difficile l’uso del filo. In questi casi si possono utilizzare:
- Scovolino interdentale: più pratico negli spazi larghi. Consente una pulizia delicata delle superfici interdentali. Se un frammento di filo rimane incastrato, uno scovolino sottile può aiutare a rimuoverlo senza traumi.
- Filo cerato o superfloss: per apparecchi ortodontici oppure impianti, fibre differenti e maggiore facilitĂ di inserimento, ideali per evitare lacerazioni gengivali.
- Collutori specifici: utili come integrazione, non sostituiscono la pulizia meccanica ma possono ridurre la carica batterica residua.
L’abbinamento tra diverse metodologie di igiene interdentale garantisce risultati migliori per ogni conformazione dentale. Esistono inoltre prodotti specifici per le esigenze di portatori di protesi oppure per chi soffre di sanguinamenti gengivali, da scegliere seguendo il consiglio professionale del dentista o dell’igienista dentale.
Consigli pratici: errori da evitare
L’errore più diffuso nell’uso del filo interdentale riguarda il movimento: molte persone spingono il filo con forza oppure lo utilizzano troppo superficialmente. Entrambi i comportamenti sono dannosi o inutili. Ecco un breve riepilogo degli sbagli più frequenti:
- Tagliare il filo troppo corto, rendendo difficile la manipolazione e costringendo a riutilizzare le stesse sezioni sporche
- Muovere il filo rapidamente, senza avvolgerlo alla superficie del dente, lasciando così placca e residui
- Pulire sempre con la stessa porzione di filo, rischiando di spostare batteri tra i denti
- Forzare il filo, causando traumi o microlesioni alle gengive
La costanza nella pratica dell’igiene orale è essenziale: una corretta pulizia interdentale quotidiana contribuisce a ridurre il rischio di malattie parodontali, favorisce l’alito fresco e mantiene la salute a lungo termine della bocca. Se ci si accorge di gengive sanguinanti, dolore o difficoltà nell’uso, è consigliabile rivolgersi a uno specialista che possa consigliare la soluzione più adatta.
Il filo interdentale, insieme agli altri strumenti di igiene orale, migliora la qualitĂ della salute dentale e previene complicazioni spesso trascurate. Per approfondire le tecniche di prevenzione piĂą avanzate nella cura della bocca, consulta la voce igiene orale di Wikipedia, oppure leggi come funziona lo stesso filo interdentale nella sua variante e nei suoi utilizzi professionali.