L’aria che respiri è davvero salubre? Ecco come si calcola la qualità e cosa rischi

L’aria che respiriamo quotidianamente ha un impatto diretto e spesso subdolo sulla nostra salute. Definire se un ambiente è davvero salubre non dipende solo dalla percezione soggettiva di benessere, ma da una serie di parametri misurabili che contribuiscono alla qualità complessiva dell’aria. Una buona aria salubre è caratterizzata da una bassa concentrazione di agenti inquinanti, sia chimici sia biologici, e da un equilibrato rapporto tra temperatura, umidità e purezza dell’atmosfera. Quando uno di questi elementi si altera oltre le soglie di sicurezza, il rischio per la salute aumenta in modo significativo, sia negli spazi aperti che in quelli chiusi, come le abitazioni e gli ambienti di lavoro.

Calcolare la qualità dell’aria: principi e strumenti

Le agenzie ambientali mondiali hanno messo a punto diversi metodi per misurare la qualità dell’aria, sia in ambito urbano che domestico. Il parametro più usato è l’Indice di Qualità dell’Aria (AQI), che sintetizza in un solo valore lo stato di salute dell’atmosfera in un preciso luogo e momento. L’AQI combina diverse misurazioni riferite ai principali inquinanti atmosferici, tra cui il particolato sottile (PM10 e PM2.5), l’ozono troposferico (O₃), il biossido di azoto (NO₂), il monossido di carbonio (CO) e il biossido di zolfo (SO₂).

Per ciascuna di queste sostanze, la normativa stabilisce metodi di misura basati su principi chimico-fisici e strumenti specifici. Ad esempio, il monitoraggio di ozono, ossidi di azoto o monossido di carbonio si effettua tramite analizzatori automatici, inseriti in centraline fisse o mobili, che operano un campionamento orario e restituiscono la concentrazione esatta dell’inquinante. Questo metodo garantisce una registrazione continua delle condizioni atmosferiche e permette un rapido intervento in caso di superamento dei limiti stabiliti dalla legge.

Gli strumenti più comuni per la misurazione includono:

  • Centraline microclimatiche e sensori multiparametrici
  • Misuratori specifici per polveri sottili (PM2.5, PM10)
  • Sensori di CO2 e ossidi di azoto
  • Rilevatori di composti organici volatili (VOC)
  • Dispositivi per il rilevamento di radon e altre sostanze radioattive
  • Questi strumenti sono oggi disponibili anche in versioni portatili o domestiche, come gli IAQ Meter, che permettono di valutare in tempo reale la salubrità dell’aria nelle abitazioni e negli uffici.

    L’importanza dell’Indice di Qualità dell’Aria (AQI)

    L’AQI è uno strumento indispensabile per comprendere immediatamente lo stato dell’aria che si respira. L’indice offre una scala cromatica (verde, giallo, arancione, rosso, viola), dove il verde corrisponde a qualità ottimale e il viola a condizioni pericolose, in particolare per i soggetti vulnerabili. I valori di riferimento generalmente sono così strutturati:

  • Buono: AQI 0-50 (aria pulita e sicura)
  • Moderato: AQI 51-100 (qualità accettabile, ma attenzione per soggetti sensibili)
  • Nocivo per gruppi sensibili: AQI 101-150 (bambini, anziani e asmatici a rischio)
  • Nocivo: AQI 151-200 (pericolo crescente per la salute di tutta la popolazione)
  • Molto nocivo e pericoloso: oltre 200 (situazione critica, raccomandato evitare l’esposizione)
  • Ogni sostanza inquinante ha soglie di attenzione definite e, all’aumentare della concentrazione, il rischio per la salute si accentua rapidamente. In molte città, grazie alla rete di monitoraggio e ai portali online, è possibile verificare in tempo reale il valore dell’AQI e prendere adeguate precauzioni.

    Fattori che influenzano la salubrità dell’aria

    La salubrità dell’aria dipende da almeno cinque fattori chiave:

  • Presenza di polveri sottili (PM): Le particelle con diametro inferiore a 10 e 2,5 micron, prodotte principalmente dal traffico e dal riscaldamento, penetrano in profondità nei polmoni, aumentando il rischio di danni respiratori e cardiovascolari.
  • Inquinanti gassosi: Il biossido di azoto, l’ozono e il monossido di carbonio sono prodotti da processi industriali e combustione di carburanti, ed esercitano effetti tossici sul sistema respiratorio e nervoso.
  • Umidità e temperatura: Un microclima mal bilanciato favorisce la proliferazione di muffe e acari, abbassando la qualità dell’aria e incrementando il rischio di allergie.
  • Composti organici volatili (VOC): Presenti nell’aria soprattutto in ambienti chiusi a causa di prodotti per la pulizia, vernici, colle, arredi, i VOC sono associati a disturbi del sistema nervoso, cefalee e irritazioni.
  • Inquinanti biologici: Pollini, spore di muffa, batteri e virus costituiscono una minaccia ancora poco visibile, ma significativa per la salute, soprattutto nei soggetti allergici o immunodepressi.
  • Ognuno di questi fattori può contribuire ad aggravare lo stato di salute dell’aria, con effetti che si sommano o si amplificano a vicenda.

    Rischi reali per la salute: cosa succede se l’aria non è salubre

    Respirare aria inquinata provoca diverse conseguenze, a breve e lungo termine, che spaziano dal semplice fastidio alle malattie croniche severe. Gli effetti a breve termine comprendono irritazione degli occhi, della gola e delle mucose respiratorie, tosse, difficoltà respiratorie, mal di testa e stanchezza. In presenza di elevati livelli di inquinanti, questi disturbi possono accentuarsi, aggravando patologie esistenti, come asma, bronchiti e allergie.

    I rischi a lungo termine sono ancora più gravi: l’esposizione cronica a polveri sottili e ossidi di azoto incrementa il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, ictus, tumori del polmone e perdita delle capacità cognitive nei soggetti più anziani. L’inquinamento atmosferico è inoltre associato a un aumento delle malattie neurodegenerative e compromette lo sviluppo dei bambini. Per approfondire temi come inquinamento atmosferico e qualità dell’aria negli ambienti urbani e interni si può consultare anche la voce su qualità dell’aria.

    Una particolare attenzione va rivolta anche agli ambienti chiusi: scarsa ventilazione, presenza di fumo di sigaretta, uso intenso di materiali sintetici o detergenti contribuiscono ad aumentare velocemente la concentrazione di sostanze dannose, causando la cosiddetta “sindrome dell’edificio malato”.

    Per ridurre i rischi, è quindi indispensabile:

  • Monitorare periodicamente l’aria, adottando strumenti e centraline dedicate
  • Migliorare la ventilazione aprendo regolarmente le finestre
  • Limitare l’uso di prodotti chimici, vernici e spray
  • Utilizzare impianti di filtrazione, purificatori e ionizzatori d’aria in ambienti a rischio
  • Mantenere livelli di umidità tra il 40% e il 60% per ostacolare la proliferazione di agenti biologici
  • Prevenire l’esposizione a inquinanti e tenere sotto controllo la qualità dell’atmosfera che ci circonda è una delle sfide essenziali per la salute pubblica e il benessere individuale. Solo una corretta valutazione della qualità dell’aria, effettuata con strumenti affidabili, può realmente indicare quanto l’aria che respiriamo ogni giorno sia davvero salubre oppure no.

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